Il faro delle vanità è posato su un treppiede che affonda nella sabbia inzuppata dalla marea che sale. Attira e respinge. Come una tentazione alla quale si fatica a resistere o un peccato da rifuggire per non essere visti come si è. Per non ammettere che si vorrebbe essere. Così si incuriosiscono e si fermano a chiedere chi c’è, per sentirsi domandare chi sono loro. Loro sono la festa che impazza da settimane. Prima sulle spiagge, dal pomeriggio, magari, perché al mattino la batteria è ancora sotto carica. Poi in pista, dove non si potrebbe ballare. E in strada, dove non si dovrebbe schiamazzare.

Euforica

Una foto e due battute. Per fissare una situazione, raccontare San Teodoro vista da qui, dalla Cinta e dai loro 20 anni, forse 30. L’età media di chi passeggia in riva al mare è molto simile a quella che trovi nei crocchi stipati al di fuori dei locali la sera. Si ferma William Cubas, 21 anni, “da Lima, Perù”. Te lo dice in faccia con l’accento milanese, come una sfida. È qui con Giorgio Oggioni, pari età, molto più pallido. E altri cinque amici: “Siamo in sette, ma tra un po’ ne arriveranno altri quattro. Fanno undici. Ma la casa è grande, tre stanze, due bagni, il salotto”.

Su di giri, carichi a molla. “Arrivano tre ragazze, le altre le troviamo qui. È pieno di…” e va avanti. La sera girano i locali. “È euforico. Ma c’è più gente fuori che dentro” parla di come l’euforia invade il paese nella settimana di Ferragosto. Dove è tutto bellissimo “ma i prezzi sono alle stelle”, sottolineano il concetto entrambi, strisciando pollice e indice.

Sarah Abrassou viene dal Marocco, non si avvicina nemmeno ai 30 anni e fa l’infermiera in Italia, a Barletta. Ha girato la Sardegna col fidanzato: “Tutto veloce in tanti posti, la Maddalena, Palau, Porto Cervo, Cala corsara” e continua col suo elenco. Capitata qui, senza fermarsi, osserva la spiaggia, prova a godersela: “È bellissimo ma c’è troppa gente e un po’ rovina la magia del luogo. L’anno prossimo però torneremo”. 

Ballano, scappiamo

Troppa gente che però sembra felice. Alzando la camera del telefonino, la prospettiva schiaccia l’affollamento di ombrelloni come su una spiaggia riminese. Anche se gli stabilimenti qui si contano sulle dita di una mano. Cappelli di fungo che si litigano metri quadri di spiaggia, che entro il tramonto saranno richiusi per occupare meno spazio possibile nei bagagliai. Arrivati a piedi o parcheggiati alle prime ore del mattino. Magari con la certezza di una multa sulla ciclabile. Sudore vento e polvere. Non puoi non godertela, basta arrivare un po’ più in là, conquistando spazio un metro a nord dopo l’ultimo asciugamano. Come una coda che non scorre mai. 

Tutto è fermo, sotto ai cappelli di fungo. Tutto si muove sulla battigia. Racchettoni e palloni calciati, alzati, schiacciati. Carrelli con assetto da spiaggia stipati e trascinati. Skimboarder alle elementari che surfano sulla battigia. Lì dove, Nando Vargallo, 40 anni, gioca a racchettoni con la figlia Aurora, tredicenne con la voglia di divertirsi negli occhi. Vengono dalla provincia di Milano. È la prima volta per loro a San Teodoro. Hanno trovato quello che cercavano: “Il mare è bellissimo, e anche se c’è tanta gente, ci stiamo divertendo tanto”. E la sera? “Le sere qua sono belle” fa lei, che quasi si esalta. “Anche se siamo dovuti scappare da un locale quando la gente ha iniziato a ballare. E poi sono arrivati i carabinieri” ricorda il papà.

Barbara Vitali è di Modena. Antonio Belfiore campano. Vengono dall’Emilia: “Tutto meraviglioso, peccato che in spiaggia non accettino i cani”. La spiaggia per cani di San Teodoro è a Costa Caddu. “Per noi è la prima volta qui, siamo stati sulla Costiera Amalfitana, in Puglia. Ci è piaciuta più di Porto Rotondo e altre località della Sardegna. San Teodoro è la più adatta per i giovani”.

Esagerata

E i giovani lo sanno. Sono quasi tutti a gruppi di tre, quattro, ma se ne contano diversi di sei o otto. Ogni crocchio ne sceglie uno che parla per tutti. Massimiliano, 20 anni, viene dalla Spagna. È nato a Roma e si è trasferito con la famiglia quando aveva 10 anni: “Ma ho l’accento milanese perché lo prendo dai miei amici”. I suoi amici sono gli altri sei che giocano a carte sugli asciugamani. “In tutto siamo 11, abbiamo due appartamenti a Porto San Paolo. Sono scappato dalla Spagna perché là fa troppo caldo”. Lui è appena arrivato.

Benedetta invece, milanese studentessa di lingue, è qui dal 1 agosto: “Vediamo un po’ di spiagge e la sera ci spostiamo. Porto San Paolo è più tranquilla, ti puoi sedere a bere e fare quattro chiacchiere. San Teodoro è esagerata. Ora c’è troppa gente. Fai qualche serata nei locali, poi però hai bisogno di un po’ di riposo” racconta mentre cala una briscola.

Carrello? Divieto di transito

Alle 19 nel ventre del bar cingolato strombazzante che fa lo slalom tra teli e ombrelloni di acqua non ce n’è più: “Solo spritz e birra” si scusa il conducente mentre stappa bottigliette e mescola Prosecco e Aperol. La fila torna ad allungarsi. È l’ora dell’aperitivo. Se lo godono Adam e gli altri lì accanto a lui. Lui, ventisette anni, viene da Tolosa: “Faccio il manager di un McDonald’s - spiega col piglio deciso di chi è abituato a farsi capire, come un manager di McDonald’s - ma sono nato a Reggio Emilia. Poi ci siamo trasferiti a Milano. Ma di Milano non ne potevo più. Allora ho seguito i miei genitori in Francia, ho una zia là”.

Gli altri sono “amici reggiani di vecchia data”. Sono qui dall’8 agosto: “Stiamo bene: mare, sole, caldo, ci rilassiamo”. Ma quando scende la notte un po’ il discorso cambia: “Eh… ci sono delle difficoltà - ammette Adam. Non ci sono locali senza assembramenti”. 

“Sono troppo pieni con file lunghissime e tanta gente fuori, troppa - gli fa eco uno dei suoi amici - c’è tanta disorganizzazione. E non capisco come mai”. Una risposta, parziale viene alla domanda successiva: “Quanti siamo? In sei, ma secondo me l’appartamento è da quattro”. E ancora si domandano perché non hanno potuto portare via la spesa nel carrello del supermercato. “Volevo lasciare un documento, ho detto che lo avremmo riportato. Ci hanno detto che ci avrebbero multato comunque”. Nell’ordinanza della sindaca, Rita Deretta, c’è scritto: “Ritenuto che il carrello della spesa debba essere considerato un attrezzo e non un veicolo”. Sorridono di incredulità.

christian buffa

Parliamo di filosofia

Quelli lì sono in sei, rilassati a parlare sui teli da mare, a pochi metri, che osservano il via vai di fronte all’obiettivo. Mandano avanti uno di loro che accetta di fare due chiacchiere e una foto. Christian Buffa, 27 anni, viene da Rho, “Erre acca o, in provincia di Milano” sente il bisogno di specificare. Fisico da atleta, due rondini tatuate sui pettorali, un piercing sul capezzolo e il sorriso cordiale. “Siamo tre ragazzi qui in vacanza. Abbiamo trovato tre ragazze, ieri, tre oggi, la Cinta è un posto strategico”. Ma non è come sembra. “Facciamo conoscenza, parliamo di quello che facciamo, ci scambiamo esperienze. Inizi a chiacchierare del più e del meno e magari finisci a discutere di filosofia”. Giura.

Dice di essersi preso dieci giorni per staccare. “Sono imprenditore di me stesso, si dice così no? Ho due negozi di telefonia. Sono venuto qui la prima volta quattro anni fa, in coppia. E ora c’è molto più casino, molta più gente. La sera andare a ballare è complicato, ci vuole una lista, un tavolo. I costi vanno alle stelle. Difficile spendere meno di 100 euro”. Anche perché ballare, ancora, nemmeno si potrebbe. Quello che cercava, però, l’ha trovato: “Serenità, spensieratezza. Anche più di quella che pensavo. Bisognerebbe venire una volta all’anno. È il nostro posto”.

christian buffa

Difficile

È il tramonto, la spiaggia è ancora viva ma c’è più spazio per qualche passaggio al volo, con i palloni tutti uguali. Rossi e blu, i colori del Cagliari, e le teste dei quattro mori stampate sopra. I più temerari giocano col bicchiere e la bottiglia in mano. Quattro ragazze si pettinano i capelli a vicenda, poco prima di tornare a prepararsi per la serata. Vengono da Reggio Emilia, come i vicini di sabbia. Chiara dice che per loro è il quarto anno di fila qui a San Teodoro. Un’estate diversa questa? “Ancora non sappiamo, siamo arrivate stanotte col traghetto. Speriamo di trascorrere una settimana spensierata. Siamo tutte e quattro studentesse lavoratrici. Ma ci hanno detto che la sera è difficile. Bisogna prenotare dappertutto altrimenti non si trova posto. Forse sarà meno spensierata rispetto all’anno scorso, ma anche un anno fa c’era la pandemia”.

Al cingolato c’è ancora fila per le ultime Ichnusa e sorsi d’aperitivo. Parte un Barbie girl e poi un Johnny B. Goode “Senti? - dice una mamma al bambino settenne - te la ricordi? È la canzone di Ritorno al futuro”.