amanda carta

di Sharia Lecca

“Sono una delle poche donne pizzaiole della Sardegna – controlla su Google per esserne certa e poi conferma – siamo solo in 14”. È difficile parlare dei propri successi senza apparire presuntuosi ma per Amanda Carta è così. Cala i suoi assi con naturalezza. Libera da ogni vanità ma con la sicurezza di chi le cose se l’è guadagnate lavorando sodo e senza chiedere l’aiuto di nessuno. 

Ha iniziato come porta pizze a 18 anni, poi una stagione come bancarellaia e un inverno da apprendista in una pizzeria di Budoni. “Volevo staccarmi dal lavoro di mia madre, che aveva l’edicola in piazza, e creare una carriera mia, quindi ho lavorato e studiato per specializzarmi”. È volata in continente e ha imparato il mestiere alla “Scuola Bianca” di Molini Pizzuti. Un’azienda salernitana leader nel settore che forma nuovi professionisti panificatori, pasticceri e pizzaioli. L'investimento ha dato i suoi frutti. Oggi Amanda, a 30 anni, è prima pizzaiola al Gallo Pizza di San Teodoro, nel cuore del centro storico del paese. 

Due abiti bianchi da sposa

Un lavoro annuale, e qui ci tiene a distinguersi dalla maggior parte dei suoi coetanei stagionali, che ama gestire in ogni aspetto. “Per lo più sto dietro ad impastare ma appena posso mi sposto anche al banco, mi piace molto il contatto con le persone. Lo trovo stimolante e in estate si conosce un sacco di gente”. La sua voglia di socialità oggi è più viva che mai, soprattutto ora che è tornata single dopo quattro anni di matrimonio. “Ho appena divorziato – sorride e arrossisce un po’ – abbiamo superato diverse crisi ma ci abbiamo sempre riprovato. Perché per me il matrimonio era un impegno vero e non volevo gettare la spugna. Ad un certo punto però abbiamo capito insieme che le nostre strade erano troppo diverse. Oggi, stranamente, andiamo molto più d’accordo di quando stavamo insieme”. 

La sua, nel 2017, è stata la prima unione civile tra due donne celebrata a San Teodoro. Un evento, in un certo senso, per un paese che si è sempre vestito di modernità ma che fino a quel momento non aveva mai dovuto dimostrare ufficialmente la sua apertura. Un matrimonio bellissimo, tradizionale nella sua unicità. Due spose in abito bianco principesco, gli invitati elegantissimi ed emozionati, parenti ed amici smaniosi di fotografarle nei momenti clou della cerimonia. 

Chi mi conosce

E poi il taglio della torta, il tavolo con i confetti, l’aperitivo a bordo piscina in un locale vista mare e i baci al tramonto a favore di videocamera. “Con la scelta del vestito ho stupito tutti, anche mia madre. Si aspettavano che avrei scelto un abito maschile – ride soddisfatta - invece li ho fregati e quando mi hanno vista sono rimasti a bocca aperta”. Hanno scelto di sposarsi di fronte al mare. Il sindaco di allora ha celebrato sul promontorio che porta alla spiaggia Isuledda, le foto che hanno condiviso sui social sembrano quadri. 

La sua visione da allora è di una San Teodoro “abbastanza tollerante”. Qualcuno il giorno dopo l’ha fermata per strada per farle gli auguri ma anche per complimentarsi per aver dato un segno di apertura al paese, con qualche sorpresa. “Anche alcuni anziani si sono dimostrati aperti – ci pensa un attimo e sferra una stoccata – anche più di qualche giovane, che invece da allora non mi parla più”. 

Ma non le importa perché ha la fortuna di avere accanto persone, come i suoi nonni materni, che l’hanno sempre capita e appoggiata. “Con mia nonna non c’è mai stato bisogno di dire niente, lei forse lo sapeva da sempre che ero omosessuale”. Il coming out con la famiglia lo ha fatto a 18 anni ma la sua presa di coscienza personale è avvenuta intorno ai 14. Forse anche prima. Il discorso figli lo affronta lei per prima, perché quando una donna parla dell’amore, in ogni sua forma, sa che prima o poi qualcuno glielo chiederà. “Li vorrò sicuramente. Ma inizierò a pensarci solo quando mi sentirò realizzata io personalmente – dalla sicurezza con cui parla si vede che la riflessione arriva da lontano – e lo farò anche senza una compagna fissa. Infondo ho sempre fatto tutto da sola e con il mio carattere so che ce la farei benissimo”. 

Il mare, la pesca e la moto

I ricordi dell’infanzia la riportano alle estati passate al Campeggio La Cinta, dove lavorava una parente. ”Ci sono praticamente cresciuta con i turisti del campeggio, adoravo stare lì perché c’erano tanti bambini; italiani, tedeschi, inglesi e spagnoli. Era tutta un’altra realtà rispetto a quella delle compagnie in piazza, era un ambiente molto variegato, una sorta di paese nel paese, come una piccola comunità. Forse è da lì che deriva la mia apertura mentale”. 

Il mare invece Amanda lo vive soprattutto in inverno, quando armata di canna e coppino va a pesca di calamari, seppie, anche polpi. I punti migliori per lei sono il nuovo porto a Niuloni, oppure Costa Caddu. “Non vado in spiaggia in estate dal 2011, invece in inverno vado a pesca quasi tutti i giorni, con amici o anche da sola. Mi rilassa molto”. E poi per staccare davvero da tutto e tutti c’è il suo nuovo giocattolo: una moto modello custom con cui ama sfrecciare lungo le strade costiere di tutta la Sardegna. 

Un arcobaleno di gente

La sua idea dell’evoluzione turistica di questo paese è meravigliosamente di parte. “Una marcia in più sarebbe un’apertura dichiarata verso la comunità LGBTQ+ - appoggia i polsi sul tavolo come se stesse per fare un discorso davanti ad un pubblico – i locali, i bar, i ristoranti, gli alberghi, dovrebbero iniziare ad esporsi in quanto aperti alla nostra community. A livello turistico questo attirerebbe tante altre mentalità che arricchiscono”.

La varietà delle persone per Amanda è un valore aggiunto importantissimo. “Io, per esempio, se devo scegliere un viaggio, guardo prima sul sito della community se si tratta di luoghi dove posso passeggiare tranquillamente mano nella mano con la mia compagna”. Nonostante tutto però il suo posto del cuore è sempre e solo uno, ma vorrebbe poterlo vivere come solo i forestieri possono fare. “Vorrei fare la turista a San Teodoro”.