Mirella Falchi viene da Buddusò, paese del granito. Come tanti, che vivono qui, è una teodorina d’adozione. Incantata dal posto e dalla sua energia, vent’anni fa, ha lasciato un lavoro sicuro e ben remunerato per scommettere sul turismo di San Teodoro. Coltivava querce da sughero in provetta: “E mi pagavano bene alla Stazione sperimentale del sughero di Tempio - dice sgranando gli occhi, a sottolineare quel “bene” -. Giravo i boschi della Sardegna e in laboratorio clonavo le querce cosiddette plus, micorizzandole con funghi come porcini o tartufo. Lo scopo era ottenere querce di alta qualità e una crescita di tartufi attorno alla pianta.

Aveva un bello stipendio e un mese di ferie all’anno, dice "ma dopo aver passato due mesi a San Teodoro, un’estate di quasi vent’anni fa, tornai a casa e decisi che non avrei più indossato quel camice bianco. Lasciai tutto. Mia madre mi prese per pazza”. 

La scommessa sul turismo

L’amore di Mirella per San Teodoro era sbocciato però diversi anni prima, quando dall’interno veniva a fare la stagione come cameriera, sulla costa. Un lavoro che viveva “come una vacanza”. Fino a che non ha preso la decisione di trasferirsi e cominciare a vivere la vita che, come racconta lei stessa, non aveva vissuto. Un via vai con l’America, di qua e di là dall’Atlantico per imparare la lingua. E poi la scommessa sul turismo teodorino.

L’ufficio della sua agenzia immobiliare, San Teodoro 360, è sulla via che prosegue e termina a Puntaldia. Sono le strade dove ama camminare, quando il ritmo dell’estate non la rapisce, fino a Lu Impostu. Lungo quella via costeggiata da cactus, mirto e mimose. “Esco dall’ufficio e mi posso godere il paesaggio bellissimo che abbiamo la fortuna di avere, qui e da nessun’altra parte. Il cinguettio degli uccelli e le onde del mare mi tolgono la malinconia”.

Libertà ritrovata

È la sua via di fuga, concessa nei mesi sciolti dalle incombenze del lavoro estivo, che nell’anno del Covid ha reso tutto più difficile. “Quella scorsa è stata un’estate faticosa, ci siamo ritrovati di colpo le prenotazioni cancellate con un clic. E poi arrivate tutte all’ultimo momento. Abbiamo accolto turisti preoccupati, anche quelli storici. C’era distanza, ansia, rispetto al calore che ci dimostrano di solito, quando ci passano a salutare. Anche solo per semplice cortesia, dopo che hanno ritirato le chiavi. Un inizio drammatico. Poi hanno iniziato a godersi il posto”.

Nell’estate frenetica il suo relax è a contatto con la gente, quando fa visitare gli immobili, “sognavo di fare l’architetta o la geometra, questo tiene insieme un po’ tutti e due”. Calca l’accento buddusoino sulle sue sfide: ha aperto l’attività e scommesso in proprio, assieme a Claudia Desole ("è una nostra creatura"), una nuova avventura nella gestione di un hotel a Olbia, oltre alla vendita e all’affitto di residenze ai turisti. “Quest’anno il telefono è tornato a squillare, c’è voglia di vacanza e di libertà, di riprendersi quello che ci è stato tolto. In tanti pensano anche al trasferimento per periodi lunghi, cosa che non avveniva da tempo, sfruttando l’opportunità dello smart working”.

Le ginestre in fiore

Pensa ai tedeschi, che arrivano in bassa stagione, da maggio a giugno e a settembre fino a ottobre, e poi americani, russi, francesi: “I tedeschi sono innamorati della Sardegna, girano per tutto il giorno e non vanno mai nella stessa spiaggia. A San Teodoro non c’è solo la Cinta”. La spiaggia più cool, secondo Mirella, “è bellissima anche in bassa stagione, e avendo voglia di camminare, fino alla parte finale, si trova un angolo di paradiso. Ma ci sono 12 spiagge, si possono noleggiare gommoni, oppure fare trekking sul Monte Nieddu, immersi nel verde fino alle piscine naturali dove in primavera ci sono le cascate”.

Il suo lavoro è anche questo, dare consigli a chi non desidera posare l’asciugamano in mezzo a tanta gente, ma godersi angoli più isolati, magari fazzoletti di spiaggia come a Capo Coda Cavallo o Puntaldia. E magari lavorare per allungare la stagione, con più servizi anche ad aprile e maggio “quando le temperature sono già alte e le ginestre sono in fiore”.