Luglio 31, 2021

La canzone di Clara

Clara, interpretata da Bianca Maria Lay, protagonista di L'estate di Anna, rivive se stessa con la canzone che Pietro scrisse per lei. L'estate di Clara. Ha un giardino segreto in cui fa entrare solo il figlio, Marco. E un matrimonio, che non le impedisce di sognare

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Luglio 13, 2021

Io sono Anna, qui per ricominciare

anna, natalia solona

La protagonista dell'Estate di Anna è arrivata da Helsinki seguendo il padre, dopo la morte della mamma, Eva. Da soli, una squadra. Atterra a San Teodoro come un alieno per ricominciare insieme a lui. È diversa dagli altri, “perché le bionde non nascono spontaneamente in Sardegna”, ma vuole cercare qui una nuova felicità. E trova Marco, così diverso, più fragile rispetto a lei, che è cresciuta più in fretta. La sua estate comincia con lui.

Chi è Anna?
Sono una ragazza seria, maturata più velocemente, è stata la vita a costringermi.

Quando è venuta a mancare tua madre…
Sì. Però ho un ottimo rapporto con mio padre. Che non è da tutti. Lui tenta in tutti i modi di colmare quel vuoto che la mamma ha lasciato, anche se non è la stessa cosa. In due però viviamo bene. Penso di essere molto profonda, non una semplice sedicenne, una piccola donna, rifletto molto, mi piace sognare...

Gli altri protagonisti - Io sono Pietro - Io sono Marco - Io sono Clara

Cosa sogni?
La felicità, trovare me stessa, non di essere un personaggio famoso, di fare soldi, o cose materiali. Mi piacciono le cose semplici.

Quella frase: “Lo so da me se sono giusta oppure no”. Sembri sicura di te... 
So cosa valgo, a prescindere da ogni cosa. Quello che ci fa valere è ciò che abbiamo dentro. Il nostro mondo interno e non quello fuori.

Cosa ti sei portata dalla Finlandia?
Ho cercato di lasciarmi tutto alle spalle, ma non ci riesco. Andare via ha alleggerito un po’, perché là ogni cosa mi ricordava mia madre.

Com'è paracadutarsi dal Nord Europa in una realtà come San Teodoro? Il contrario di quello che vorrebbe fare un giovane come Marco, che invece sogna Londra.
San Teodoro è un posto caldo in cui solo vedere sole e mare cambia l'umore, invece di stare al freddo e al buio del Nord Europa. Penso sia un luogo che può darmi una nuova libertà. Per Marco trovare la libertà significa fuggire. È giusto cambiare a una certa età, scoprire sé stessi vedere posti nuovi senza il sostegno dei genitori. Ma per me è diverso, cambiare posto è come prendere aria, uscire dai soliti pensieri. Dà sollievo. San Teodoro è un posto piccolo ma bello, e poi d'estate arrivano turisti e persone nuove.

Ti manca Eva, tua madre?
La madre mancherà sempre, ogni giorno. Ci adoravamo, l’amavo così tanto, Non poterla più vedere, toccare. Sono una persona forte, so che la vita continua, ma il pensiero rimane sempre.

Tuo padre Pietro, con la sua voglia di fare sempre battute, ti mette in imbarazzo?
Qualche volta magari gli dico di smetterla davanti ad altre persone, che non lo capiscono e lo trovano strano. Ma mi piace tanto questo suo modo di essere, è divertente e fa divertire anche me.

Avete fatto squadra.
Abbiamo un grande affiatamento: eravamo una squadra più grande, ma anche in due continuiamo ad esserlo. Ce lo ha insegnato la mamma, era lei la prima a dire che dobbiamo essere forti, e uniti. 

Sei preoccupata per lui, dopo la morte della mamma?
No. So che è forte e sapendo che è molto bravo, non vorrei che soffrisse per un’altra donna. Vorrei che trovasse la persona giusta in futuro.

E Marco chi è? Cosa ti ha spinto a ad avvicinarti a lui?
La curiosità di conoscere ragazzi della mia età. Iniziare a farmi nuovi amici. Dare un po' di senso al posto nuovo dove abito. 

Cosa ti attrae?
Mi piace che, essendo un ragazzo benestante, sia uno che si fa delle domande, che vuole cambiare qualcosa, scoprire sé stesso, che non guarda solo alle cose materiali. Invece riflette assieme a me. 

Ti stai innamorando?
Forse. Ancora non capisco cosa sia, è una sensazione nuova, diversa, non l’ho mai provata prima.

Scapperesti con lui?
Rimango comunque sempre più matura di lui, capisco che, anche se siamo profondi e maturi per la nostra età, non possiamo farlo e io non posso lasciare mio padre, lo farebbe star male.

Cosa ci senti nel pezzo che scrisse tuo padre 20 anni fa, L’estate di Clara
Continuo ad ascoltarla perché parla delle sue belle esperienze vissute durante l’estate, quando era spensierato. Riesce a darsi totalmente alle emozioni. Si lascia andare.

Anche una storia come la tua, magari con un finale diverso?
Magari io, essendo una sedicenne, non capisco la bellezza delle esperienze vissute. Anche di quelle che poi vanno a finire nel modo in cui non ti aspetti. Ma durante, stai bene, mentre quelle brutte ti fanno crescere, magari non sono belle ma intense, ti fanno capire che vivi una cosa forte e importante.

Natalia Solona è nata in Ucraina e vive in Italia, a Cagliari, da cinque anni. Ha seguito la madre che si era trasferita qui 15 anni fa. L’estate di Anna è la sua prima esperienza come attrice ma è un cammino che non vuole lasciare. La madre lontana in Italia, ma sempre vicina, una parte dell’infanzia e dell’adolescenza vissute con i nonni, il padre invece più lontano, anche se vive in Ucraina. In Italia e si è appena diplomata, vuole frequentare Scienze politiche a Cagliari. E studiare recitazione. Le piace disegnare: ritratti, mani, corpi in movimento. Ma solo come hobby.

Dice che Anna le somiglia, entrambe sono cresciute in fretta. Come Anna, sogna di essere felice di cose semplici. 

Luglio 8, 2021

Io sono Marco. E voglio fuggire da qui

Marco sogna Londra, la gente e una gabbia che si apre. È quello che immagina oltre l’orizzonte di un mare cristallino un teenager nato e cresciuto in un paesino di mare, che d’estate si trasforma in una città e d’inverno recupera la sua forma, sempre uguale a se stessa. Marco è il protagonista della serie tv L’estate di Anna. E Anna è il detonatore delle sue insicurezze, il miscelatore di quel “casino” che ha in testa un giovane di 17 anni.

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Luglio 2, 2021

Io sono Pietro

Pietro e Michele non sono la stessa persona, ma forse sono lo stesso personaggio. Michele Sarti è l’attore che impersona Pietro, il protagonista di L’estate di Anna, la serie tv ambientata a San Teodoro che racconta la storia del primo amore vero di due adolescenti: Anna e Marco. Pietro lascia la Finlandia con la figlia e torna lì dove aveva iniziato e lasciato un pezzo di strada. La colonna sonora di un’estate è la regia che sconvolge due famiglie.

Chi è Pietro?
È stata una furbata. Gianluca (il regista ndr) mi ascoltava e alla fine mi sono trovato a fare me stesso. Anche io sono partito per Londra e ho fatto il musicista, ma a differenza di Pietro non sono così paraculo e non mi sono venduto alle signore… 

Michele, io è con Pietro che voglio parlare.
Mi rifai la domanda?

Chi è Pietro?
Una persona gettata nella mischia con piccole armi e rimane a galla anche nel caos. Come gli stronzi... si può dire...?

Gli altri protagonisti: Io sono Marco - Io sono Anna - Io sono Clara

Andiamo avanti... Ci racconta perché è tornato a San Teodoro?
Perché in realtà non ci sono mai stato. Partivo per tornarci. Sono rientrato per cercare un po’ di pace, avevo bisogno di fermarmi e trovare stabilità. E l’unica stabilità emotiva mi è data da mia figlia, che mi ricorda mia moglie. Eva era unica al mondo. Ho bisogno di certezze e garanzie perché sono stato abbandonato emotivamente. Come amo dire: le cose belle non durano mai, lei era perfetta. Ma è morta...

Cos'ha lasciato in Finlandia?
In Finlandia ho lasciato poco e niente, mi sto portando dietro un bagaglio di esperienza e di vita con mia moglie. E poi anche di vita da single. Mia figlia lo rappresenta perché si scontra con la cultura del posto, che rispetto a ciò che a cui è abituata lei, è più chiusa. Conoscendola, potrebbe aprirla in poco tempo come una scatoletta di tonno.

E sua moglie?
Apparecchio sempre per tre anche se siamo in due. Eva è venuta con me a San Teodoro.

E lei è rimasto lo stesso?
Sì, un paraculo, con una passione infinita per il surreale. Sono uno che sdrammatizza ma tendo a essere completamente fuori luogo, ovunque. Mi rendo conto anche di essere molto fastidioso ma sono naturalmente così. E quando provo a trattenermi mi fa malissimo, non riesco a non usare l'umorismo, brutalmente, anche quando è meglio stare zitti.

Da giovane cosa faceva all’estero per vivere?
Ho cullato il sogno della musica. Il mio lavoro vero invece era l'accompagnatore di donne anziane. Ma anche quello era un gioco surreale che continua ancora.

In che senso?
Quando gioco con la mia proprietaria di casa, Ornella, che mi fa una corte spietata perché le piaccio tantissimo, io faccio finta di starci. Ecco, gioco anche con i sentimenti delle persone, ma poi li rimetto al loro posto, come i bambini educati dopo la ricreazione.

E poi torna a San Teodoro e si ritrova a lavorare sistemando scaffali al supermercato.
Fare il negoziante mi si confà. Riordinare le cose sugli scaffali è la metafora che mi rappresenta. Sono tornato per rimettere insieme i pezzi rimasti di Pietro, con una certa attenzione, ho bisogno di piccole cose che prima erano fugaci, e ora hanno un'importanza fondamentale. Devo garantire una base anche emotiva a mia figlia. A volte però faccio casino e incollo i pezzi al posto sbagliato. Il mio naso ne è la prova plastica.

Andate d’accordo?
Andiamo molto d'accordo. Le piace giocare con la mia pazzia. Alle persone che incontriamo dice “è un minchione, lo so, ma gli voglio bene. Lasciatelo stare”. 

Ma a sistemare scaffali si presenta sempre in giacca.
Non ho mai prestato attenzione al vestire. Eva mi ha fatto capire perché. Pietro è con la giacca ma non è una persona elegante. Ho forme strambe, il naso, la mia magrezza. Ho un portamento. Nessun altro ha questo naso. Nessuno ha il naso grande come me, e se tu hai il naso grande, il mio è gigante. Ho imparato a gestire questa cosa che mi ha creato tante prese per il culo, ora lo accetto e ci vivo bene. 

Un ex musicista e una canzone scritta 20 anni fa. Cosa c'è ancora di quelle emozioni?
Quella sigla, quella canzone, rispecchia il Pietro che parte giovane e inesperto, quella musica è ancora valida anche se lui è cambiato. Quando ritrovo la ex della canzone, che dopo 20 anni ha un moto di fastidio nel rivedermi, io cosa faccio? Subito una battuta. Sono un gemelli del cazzo, in qualche modo questa doppia faccia esce sempre e di continuo.

Lei è una persona poco seria?
In realtà sono maledettamente serio, troppo serio, e ho bisogno di sdrammatizzare, se me la tengo tutta è pesante. Rimango Pietro per salvare me stesso, non per gli altri. 

Pare che Bob Dylan abbia detto “io accetto il caos”. Anche Anna accetta suo padre?
Anche sua madre lo accettava. Mia figlia non ha bisogno di capirmi, perché mi aveva già capito quando è nata. Per lei devo mantenere i piedi in terra, garantirle una vita decente. Sa che il padre è una persona che ha bisogno di tante piccole cose, ma in fondo di niente.

Anna arriva qui con lei e scopre l'amore. Si rivede? Ha paura?
Anna è una persona con la testa sulle spalle, come la madre. Non mi fa ingelosire, ma tornare indietro nel tempo, e mi fa pensare a quanto mi sarebbe piaciuto vivere una storia con una persona completamente distante dal mio mondo, culturale e non solo. In questo senso, le donne anziane non valgono, ovviamente.

Dica la verità, Marco le fa tenerezza?
Assolutamente sì. Anna ha spostato completamente il baricentro di Marco, lo ha ribaltato come una tartaruga. A San Teodoro vivi di certezze, a partire dall’orizzonte. Ci si alza e Tavolara è sempre lì. Anna arriva e crea subbuglio in Marco che non ha le armi, non c'è equilibrio fra i due. Anna è in piedi, ha un peso specifico importante. Tutto grazie alla madre, con i piedi saldi in terra, sempre se stessa. Marco mi fa tenerezza, invece non temo per mia figlia, lei si salverà.

Lei invece torna e trova l'amore di un tempo che ora si è "sistemato", ha una famiglia che sembra felice.
In realtà la persona più solida è proprio Pietro, nonostante Clara abbia una stabilità nel matrimonio, una bellissima casa, basi che saltano completamente quando mi incontra per caso. Era così solida? Io ho mia figlia, la certezza più grande del mondo, il resto è un contorno. A me quell’incontro non ha scosso più di tanto.  Lei invece esce fuori di testa, non capisce, le sale l'orgoglio o il fastidio di essere stata lasciata vent’anni prima. Entra in crisi. Sono io che la tranquillizzo e le chiedo “non ti è passata? Che palle, va’ avanti!”. Vedi? Ho sempre la minchiata giusta da dire. 

Michele Sarti è un individuo prestato alla vita da un'idea dei suoi genitori, è capitato che abbia fatto musica. Adesso è capitato attore. In tutto questo capitare ha studiato qualcosa e viaggiato un pochino. Siccome le cose delle volte capitano. Giura che Pietro gli somiglia tantissimo

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